Il Fumo del il cavo orale

A livello mondiale circa un terzo della popolazione adulta utilizza tabacco, la percentuale di fumatori di sesso maschile è più alta e si disloca geograficamente in maggior numero nell'italia centrale, poi meridionale ed in fine settentrionale.

Le patologie del cavo orale ed alcune rilevanti patologie croniche hanno fattori di rischio comuni quali dieta, igiene, fumo, utilizzo di alcool e stress.

I fattori di rischio sono riferibili a tutto ciò che può aumentare la possibilità di sviluppare malattia e sono divisibili in modificabili o non modificabili.

Il fumo è un fattore di rischio modificabile per patologie come: il tumore al polmone, la malattia polmonare cronica, la malattia cardiaca, i tumori della testa, collo, orofaringe e della malattia parodontale.

Problematiche del cavo orale

Ci sono numerose evidenze dei danni del fumo sul cavo orale, si spazia tra innocue pigmentazioni estrinseche su denti e restauri dentali  fino a problematiche come il cancro orale; questa patologia ha un tasso di sopravvivenza a cinque anni del 44%.

In generale l'abitudine al fumo diminuisce il successo di alcune terapie odontoiatriche come quella implantare, quella parodontale e la chirurgia.  Questo accade perché abbiamo una diminuzione della risposta immunitaria.

Inoltre i restauri dentali ed i trattamenti di sbiancamento andranno incontro ad una maggior formazione di discolorazioni. 


Lingua patinata/villosa

L'eziologia della lingua villosa è al momento ignota;  in questa situazione  le papille filiformi si allungano e conferiscono alla superficie del dorso della lingua un colore variabile dal biancastro al nero. L'abitudine al fumo è un fattore predisponente insieme alla scarsa igiene orale, all'uso prolungato di collutori antisettici e ai deficit alimentari.

Oltre ad essere esteticamente poco gradevole, l'allungamento delle papille comporta la formazione di micro nicchie in cui i batteri possono proliferare con più facilità e concorrere ad ulteriori problematiche.


Ridotto senso del gusto e dell'olfatto

Olfatto e gusto sono strettamente collegati, entrambe le sensazioni sono comunicate al cervello che integra le informazioni in modo da riconoscere ed apprezzare i sapori.

La capacità olfattiva può essere influenzata, spesso in maniera transitoria, dall'utilizzo del tabacco. Anche il riconoscimento dei gusti è alterato e correlato a condizioni come la secchezza orale fumo correlata.

Pigmentazioni dei denti e dei restauri dentali

Molto spesso il paziente fumatore si reca in uno studio odontoiatrico per problematiche di natura estetica come le pigmentazioni dentali, queste sono solitamente di colore marrone e possono interessare tutta la superficie del dente in particolare le irregolarità dello smalto o le zone di chiusura di otturazioni dentali.

La diffusione e l'intensità delle pigmentazioni dipendono dalle tendenze personali, dal flusso salivare ma soprattutto sono direttamente proporzionali al grado di igiene.

Nonostante un ottimo polishing possa eliminare queste pigmentazioni è bene sapere che: le sostanze chimiche contenute nel fumo di sigaretta producono a livello metabolico una tempesta di radicali liberi che accelerano il processo di ossidazione, favorendo così i processi di invecchiamento. Quello che risulta è un precoce ingiallimento dei denti molto più difficilmente trattabile.


Alitosi

L'85% dei casi di alitosi è di origine orale, è fondamentale indagare su tutte le caratteristiche della bocca, sullo stato di salute delle mucose, del parodonto, sulla presenza di lesioni cariose o eventuali restauri non più congrui e soprattutto su l'igiene orale domiciliare.

L'abitudine al fumo è causa "non orale" di alitosi per la formazione di composti volatili solforati e per quanto l'igiene orale domiciliare di un paziente fumatore possa essere scrupolosa, l'alito di quest'ultimo assumerà con molta più facilità un odore più acre.

Spesso per mascherare questo odore vengono utilizzate caramelle o gomme da masticare, sarà opportuno accertarsi che non abbiano al loro interno zucchero che altrimenti aumenterebbe la probabilità di patologia cariosa.


Stomatite da nicotina e tabagismo, candidosi orale e leucoplachia

L'irritazione cronica data dal calore e da alcuni componenti del tabacco può causare nei forti fumatori una stomatite riscontrabile prevalentemente in uomini di età superiori ai 40 anni.

Clinicamente riscontriamo un'ipercheratosi diffusa con possibile presenza di papule cheratosiche o placche.

Il fumo inoltre alterando la flora microbiotica orale è un fattore predisponente per l'infezione da candida. Quest'ultima purtroppo è spesso legata a problematiche di immunodeficienza, anemia, xerostomia o utilizzo di farmaci.

Anche per la leucoplachia, un'importante pre-cancerosi orale, il fumo viene considerato fattore predisponente.


Malattia parodontale

Heasman et al., nel 2006, a seguito di una revisione della letteratura hanno stabilito che: il fumo è il più rilevante fattore di rischio ambientale predittivo nei confronti della malattia parodontale causando modificazioni dei risultati ottenibili a seguito della terapia parodontale.

La gravità della malattia è dose correlata, aumenta cioè con il numero di sigarette fumate e con gli anni di abitudine al fumo.

La motivazione è legata all'alterazione della risposta immunitaria, alla diminuzione dei linfociti T-helper ed ad un danno alla vascolarizzazione con conseguente riduzione della concentrazione di ossigeno a livello tissutale.

Il fumo inoltre influenza il tipo di flora patogena sottogengivale incrementando i livelli di infezione dei batteri comunemente associati alla malattia parodontale.

Sia la parodontite refrattaria che la gengivite ulcerativa necrotizzante hanno come fattori predisponenti il fumo.

Appare quindi chiaro come sia fondamentale spiegare al paziente la necessità di smettere di fumare, sia per prevenire le problematiche parodontali che per aumentare le probabilità di successo post operatorio qualora fosse necessario un intervento chirurgico.


Implantologia

Diversi studi hanno evidenziato i chiari effetti negativi del fumo sulla sopravvivenza degli impianti. Risulta infatti che i fumatori abbiano il doppio di possibilità di fallimento rispetto ai non fumatori, questo dato sembra essere attribuibile alla diretta esposizione dei tessuti perimplantari al fumo di sigaretta e agli effetti di quest'ultimo sulla vascolarizzazione.

Un protocollo di interruzione del fumo è stato suggerito per migliorare la percentuale di successo per gli impianti, esso comporta una completa cessazione del fumo per 1 settimana prima ed 8 settimane dopo l'inserimento dell'impianto.

Chiaramente oltre ad essere molto difficile individuare un periodo preciso in cui far smettere di fumare un determinato paziente, il mantenimento a lungo termine richiede comunque una cessazione per il lungo periodo.


 Cancro orale

Il fumo emesso contiene circa 4000 sostanze tossiche e cancerogene legate alla combustione. I tumori del cavo orale sono principalmente carcinomi dell'epitelio di rivestimento della mucosa orale; la causa principale dei quali è ambientale da esposizione ad agenti cancerogeni come il tabacco e l'alcool soprattutto se associati tra loro.

La sigaretta, il sigaro, la pipa ed anche il tabacco da masticare aumentano il rischio di cancro orale e di lesioni orali pre-cancerose e questo rischio è dose correlato.

Questa tipologia di tumori ha una forte aggressività, gli screening professionali sono alla base della prevenzione.


Il tabagismo come Malattia

Il tabagismo è una malattia, questo perché nonostante la persona sia a conoscenza dei danni che il fumo possa provocare risulta difficile il controllo dell'uso.

Fumare è infatti un comportamente molto complesso caratterizzato da dipendenza non solo psicologica bensì anche fisica; è inoltre influenzato da fattori fisiologici, ambientali e sociali molto diversi.

La nicotina provoca vasocostrizione con conseguente aumento della pressione del sangue, frequenza cardiaca e attività dei nervi simpatici.

Si parla di dipendenza fisica perché la molecola della nicotina entra nel circolo sanguigno ed arriva nel sistema nervoso. Qui attrae i recettori per l'acetilcolina e prolunga il tempo di  apertura dei canali ionici per il flusso di sodio nelle cellule bersaglio.

risulta quindi un aumento di flusso, il temporaneo incremento della concentrazione di noradrenalina in alcune zone del cervello e induzione di emozioni positive.

VIsto che la sensibilità di queste cellule nervose tende nel tempo a diminuire, il fumatore sarà soggetto ad un incremento progressivo del quantitativo di nicotina richiesta.

Parliamo invece di dipendenza psicologica legata a tutte le abitudini associate al fumo.

Per avere un buon successo nella terapia di cessazione del fumo sarà quindi necessaria sia una terapia farmacologica che comportamentale. 


Possibili interventi di counseling

La dismissione dal fumo è una delle azioni prioritarie raccomandate dall'organizzazione mondiale della Sanità.

Il counseling professionale aiuta questo obiettivo.

Come primo passo sarà fondamentale CHIEDERE al paziente se è un fumatore e non dimenticarsi di elogiare il paziente che non ha mai fumato, elogiare anche l'ex- fumatore che sta mantenendo questa buona abitudine e ricordargli come questa scelta stia migliorando la sua clinica orale.

Successivamente INFORMARE il paziente fumatore di quali siano i rischi legati al tabagismo e di come una precoce dismissione possa riportare un buono stato di salute. Soprattutto se il paziente dovrà sottoporsi ad interventi parodontali o implantari è bene che sia a conoscenza di come il successo di tali terapie sia inferiore in quanto fumatore.

IDENTIFICHIAMO il paziente disposto ad intraprendere un percorso di dismissione del fumo. Oltre ad informarlo sui benefici è opportuno fargli capire la nostra consapevolezza sulla difficoltà del percorso.

Se invece la persona non ha nessuna intenzione di smettere è giusto rispettare questa scelta ma informare di tutte le conseguenze che questo comporta.

Se il paziente ha scelto di intraprendere un percorso per smettere di fumare sarà compito dell'igienista dentale o dell'odontoiatra aiutare il paziente e pianificare nel tempo dei protocolli che lo aiutino a mantenere questa scelta per un periodo di tempo più lungo possibile.

Come spiegato prima il tabagismo è una malattia che verte su fattori fisici e psicologici. Dovremo quindi supportare tanto nella terapia farmacologica quanto in quella comportamentale.

La presa in carico di un diario con le abitudine del nostro paziente ci permetterà di suggerire di nuove in sostituzione a quelle legate al fumo;   allo stesso tempo la terapia sostitutiva nicotinica permetterà di alleviare tutti i sintomi legati a quella che è una vera e propria dipendenza fisica con conseguenti sintomi legati al processo di disintossicazione.


Se sei un paziente fumatore chiede al tuo odontoiatra o alla tua igienista di informarti riguardo a tutte le conseguenze del fumo sul tuo cavo orale e qualora tu ti sentissi pronto a farlo richiedi un supporto per la tua scelta.